Giuseppina Soricelli
BLOG DIDATTICO
lunedì 25 gennaio 2016
lunedì 15 luglio 2013
Internet ed educazione ai mass media
Oggi i media
hanno raggiunto un ruolo importante nella società, infatti, l’uso sempre
maggiore dei computer e di internet sta rivoluzionando i metodi di insegnamento
e di educazione. I nuovi media stanno spazzando via quelli che hanno fatto la
storia delle comunicazioni di massa, ponendo le basi nell’elettronica. Con
efficienza e rapidità oggi è possibile consultare pagine e pagine in un sol
clip, grazie anche all’aiuto degli ipertesti (molto usati su internet). Bisogna
anche sottolineare il fatto che la stampa a differenza di altri media basati
sull’immagine e la parola orale, come la TV e Internet, mette in luce il
rapporto lineare e sequenziale fra pensieri o eventi, producendo effetti
cognitivi differenti. Nella riflessione pedagogica sul rapporto fra media ed
età evolutiva, bisogna sottolineare il rapporto fra computer, reti ed
educazione. In molti paesi del mondo queste tecnologie hanno ormai una presenza
consistente nell’esperienza dei bambini e anche nella loro educazione formale.
Ad esempio in Danimarca, nel 1995, il rapporto numerico fra computer e numero
di studenti delle scuole primarie e secondarie era di uno a venti, mentre sono
sempre di più i bambini e gli adolescenti che hanno la possibilità di avere accesso
ad Internet, sia che si tratti di un accesso personalizzato, sia che esso venga
messo a disposizione dalla scuola o da altre istituzioni. Sono ormai circa due
decenni che i computer hanno cominciato ad avere una diffusione di massa, come
strumenti educativi e didattici, ma il dibattito sugli effetti di questa
rivoluzione è ancora notevolmente aperto.
Sommariamente, secondo la posizione “pessimistica”, assisteremo per
questo ad una contrazione dello sviluppo sociale, ad una riduzione dei
movimenti fisici, ad un’educazione “virtuale” che si distaccherà sempre di più
dagli apprendimenti “concreti”; gli “ottimisti”, al contrario, pensano alle
enormi possibilità di “scuole cyberspaziali”, dove ciascuno può compiere
percorsi virtuali assolutamente individualizzati, di apprendimento, senza per
questo cessare di frequentare le scuole “reali” in cui svolgere attività
fisiche e incontri sociali.
Uno degli interpreti più “apocalittici” dell’influsso
dei media sulla nostra cultura, Neil
Postman, scrive in un testo dal titolo significativo, Technopoly, che “la televisione può
portare gradatamente alla fine delle carriere degli insegnanti, visto che la
scuola è stata un’invenzione della stampa”. A giudizio di Postman la nostra
cultura è incapace di riconoscere le mutazioni antropologiche globali prodotte
dai media, come la TV e il computer, che vengono introdotti nella scuola come
nuove opportunità didattiche, senza rendersi conto che la loro presenza indica
una vera e propria “guerra psichica” all’interno di coloro che apprendono. La
“guerra” è provocata dal contrasto fondamentale esistente fra le modalità di
apprendimento tipiche della scuola, incentrate sulla parola scritta e
sull’oralità comunitaria della lezione, e quella dei nuovi media,del tutto
diverse. Secondo Postman la nostra scuola rappresenta dunque un “contropotere”
rispetto all’influsso dei media nel produrre quelle che vengono chiamate
“personalità acentriche”. Il computer si sa è considerato un importantissimo
“materiale strutturato” per l’apprendimento, dotato anche di risorse auto
correttive, è uno strumento altamente interattivo e ricco di potenzialità i cui
effetti vanno certamente esaminati con attenzione, ma la cosa più importante è
che esso sia di grande rilievo cognitivo. L’uso del computer influenza
l’approccio ai compiti assegnati, anzitutto costituendo un “compito nel
compito” in quanto chi se ne serve deve prima capire il funzionamento e solo in
un secondo momento servirsene. Particolari riflessioni sono state fatte sul
ruolo dei computer nell’educazione linguistica; infatti, il computer, motivando
la scrittura, tramite tastiere e video scritture, aiuta la memorizzazione delle
regole e quindi l’apprendimento. Inoltre nei computer, e soprattutto in
Internet, è possibile utilizzare l’ipertesto (testo in formato elettronico, utilizzato nel settore informatico
contenente una serie di aree attive che rimandano ad altre parti di testo o
altri elementi informativi: grafica, suono e video, in modo da consentire una
consultazione non sequenziale. Nella “navigazione” sulla rete Internet,
selezionando con il mouse un'area attiva, è possibile passare da una pagina
all'altra, oppure avviare il prelievo di file)che con percorsi alternativi
è possibile “navigare” in modo attivo individualizzato e non rigidamente sequenziale.
Molti
studiosi si sono posti il dubbio se i media audiovisivi, come TV e Internet,
influiscano positivamente o negativamente sull’educazione dei bambini. Popper propone una
regolamentazione della professione del comunicatore di massa sotto il controllo
di organismi professionali, dotati del potere di ritirare la patente a chi
sbaglia. Non possiamo affermare che i media possano far male, infatti, i
piccoli telespettatori, col proprio impegno personale e con l’aiuto dei
genitori, degli insegnanti e della società tutta, possono cogliere gli
innumerevoli lati positivi da loro proposti. Oggi i mass-media rappresentano
una nuova agenzia educativa, che si affianca a quella tradizionale, come la
famiglia e la scuola. Scuola e mass-media sono in concorrenza sul terreno
dell’educazione; dopo aver stabilito quali siano le finalità educative più
adatte alla scuola e quali quelle più adatte ai media, spetta alla scuola il
compito di educare ai media, così l’educazione ai mass-media a scuola può
compensare un difetto presente nella socializzazione dei media, che, lasciato a
se stesso, esporrebbe a rischi. Inoltre lo sviluppo del senso critico
accrescerà il controllo delle persone sui media, farà sì che la gente si
appropri dei mezzi di comunicazione di massa anziché subirli. In alcuni paesi
l’educazione ai media nelle scuole è già in attuazione, in Italia da questo
punto di vista siamo in ritardo. L’educazione dei media deve riguardare lo
studio dei vari mezzi di comunicazione, sia sul piano tecnologico, sia sul
piano semiotico e psicologico, in quanto strumenti cognitivi e come fenomeno
storico sociale. Infine si potrebbe affermare che i media educano i bambini,
anche se sono necessari un risveglio delle coscienze e lo sviluppo di un senso
di responsabilità pedagogica, per non lasciarli soli alle prese con la TV e
Internet.
giovedì 6 dicembre 2012
mercoledì 7 novembre 2012
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