Sito di Giuseppina Soricelli

domenica 29 aprile 2012

EDGAR MORIN

Edgard Morin, una delle personalità più intelligenti e sensibili del mondo intellettuale francese, ha pubblicato il suo ultimo lavoro “La Voie”, la via. Anziano resistente, ex communista, ora sociologo e filosofo, traccia una constatazione angosciante della nostra epoca cercando tuttavia di aprire qualche pista di “speranza” per l’avvenire.

"Il presente è incerto, pieno di angosce, e il futuro, se proiettato nel corso attuale del divenire del pianeta, un disastro annunciato. Ci troviamo di fronte a una crisi globale a doppio senso: crisi delle civilizzazioni tradizionali sotto il colpo dello sviluppo e della globalizzazione (la cosiddetta occidentalizzazione) e crisi della nostra civilizzazione occidentale, produttrice di questo divenire accelerato, in cui la scienza e la tecnica non hanno più alcun controllo e il profitto è assunto a maître di ogni azione e pensiero. Il nuovo dio è diventato il capitalismo finanziario, generato dal fanatismo religioso risvegliatosi dopo la morte del totalitarismo comunista: questa prospettiva non può che condurci, partendo dal dato presente, alla conclusione che il futuro sarà assolutamente catastrofico. Ciò che si è perduto è il credere nel progresso come via storica, non ci facciamo più cullare dall’illusione della possibilità di un avvenire positivo. Fino a quando il presente sarà carico di ansia e terrore, angoscia, ci rifugeremo nel passato, spiega Morin, nell’identità, nella religione. È a partire da questa constatazione che si capisce anche questo risveglio delle religioni. Una parte delle nuove generazioni si converte all’integrismo religioso; questo si può ben vedere ora in molti paesi arabo-musulmani.

La situazione attuale è aggravata anche dalla constatazione del fatto che esiste un grande vuoto di pensiero: le vecchie generazioni hanno creduto alla rivoluzione, al comunismo, alla società detta industriale, alla prosperità, alla fine della crisi. C’erano la speranza, le rivoluzioni, ed ora queste speranze sono distrutte. C’è bisogno di nuovi pensatori, e che le coscienze vengano provocate. Hölderlin diceva “la dove c’è il pericolo, cresce anche ciò che salva”. Forse il momento è arrivato, sempre più gravi e urgenti le questioni che ci interrogano e che esigono una presa di posizione e un’azione. L’improbabile, quello che secondo il filosofo, è la sola possibilità di risvegliare le coscienze e rendere il probabile non-probabile, è la vitalità della società civile, una creatività portatrice d’avvenire. Le idee sono dappertutto, bisogna mettersi all’opera".

Filosofo e antropologo, direttore di ricerca emerito presso il CNRS - Centre Nationale De La Recherche Scientifique e Presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto di Scienze della Comunicazione, il 3 aprile scorso è tornato in libreria, a 91 anni, con il suo nuovo saggio, La via - Per l’avvenire dell’umanità; da L’industria culturale: saggio sulla cultura di massa edito in Italia nel 1963, ha pubblicato decine di saggi sulla natura e l’identità umana, sul metodo e l’etica
Nel nuovo libro La Via, Edgar Morin, esordisce con una considerazione fulminante: “ci vuole tanto tempo per diventare giovani e basta un attimo per diventare vecchi”.

Chi si fosse perso l’incontro al Piccolo Teatro può riascoltare Edgar Morin sul sito della Rai, visto che è stato intervistato da Fabio Fazio alla trasmissione Che tempo che fa sabato 22 aprile.


Nessun commento:

Posta un commento