Sito di Giuseppina Soricelli

lunedì 15 luglio 2013

Internet ed educazione ai mass media



Oggi i media hanno raggiunto un ruolo importante nella società, infatti, l’uso sempre maggiore dei computer e di internet sta rivoluzionando i metodi di insegnamento e di educazione. I nuovi media stanno spazzando via quelli che hanno fatto la storia delle comunicazioni di massa, ponendo le basi nell’elettronica. Con efficienza e rapidità oggi è possibile consultare pagine e pagine in un sol clip, grazie anche all’aiuto degli ipertesti (molto usati su internet). Bisogna anche sottolineare il fatto che la stampa a differenza di altri media basati sull’immagine e la parola orale, come la TV e Internet, mette in luce il rapporto lineare e sequenziale fra pensieri o eventi, producendo effetti cognitivi differenti. Nella riflessione pedagogica sul rapporto fra media ed età evolutiva, bisogna sottolineare il rapporto fra computer, reti ed educazione. In molti paesi del mondo queste tecnologie hanno ormai una presenza consistente nell’esperienza dei bambini e anche nella loro educazione formale. Ad esempio in Danimarca, nel 1995, il rapporto numerico fra computer e numero di studenti delle scuole primarie e secondarie era di uno a venti, mentre sono sempre di più i bambini e gli adolescenti che hanno la possibilità di avere accesso ad Internet, sia che si tratti di un accesso personalizzato, sia che esso venga messo a disposizione dalla scuola o da altre istituzioni. Sono ormai circa due decenni che i computer hanno cominciato ad avere una diffusione di massa, come strumenti educativi e didattici, ma il dibattito sugli effetti di questa rivoluzione è ancora notevolmente aperto.  Sommariamente, secondo la posizione “pessimistica”, assisteremo per questo ad una contrazione dello sviluppo sociale, ad una riduzione dei movimenti fisici, ad un’educazione “virtuale” che si distaccherà sempre di più dagli apprendimenti “concreti”; gli “ottimisti”, al contrario, pensano alle enormi possibilità di “scuole cyberspaziali”, dove ciascuno può compiere percorsi virtuali assolutamente individualizzati, di apprendimento, senza per questo cessare di frequentare le scuole “reali” in cui svolgere attività fisiche e incontri sociali.



Uno degli interpreti più “apocalittici” dell’influsso dei media sulla nostra cultura, Neil Postman, scrive in un testo dal titolo significativo, Technopoly, che “la televisione può portare gradatamente alla fine delle carriere degli insegnanti, visto che la scuola è stata un’invenzione della stampa”. A giudizio di Postman la nostra cultura è incapace di riconoscere le mutazioni antropologiche globali prodotte dai media, come la TV e il computer, che vengono introdotti nella scuola come nuove opportunità didattiche, senza rendersi conto che la loro presenza indica una vera e propria “guerra psichica” all’interno di coloro che apprendono. La “guerra” è provocata dal contrasto fondamentale esistente fra le modalità di apprendimento tipiche della scuola, incentrate sulla parola scritta e sull’oralità comunitaria della lezione, e quella dei nuovi media,del tutto diverse. Secondo Postman la nostra scuola rappresenta dunque un “contropotere” rispetto all’influsso dei media nel produrre quelle che vengono chiamate “personalità acentriche”. Il computer si sa è considerato un importantissimo “materiale strutturato” per l’apprendimento, dotato anche di risorse auto correttive, è uno strumento altamente interattivo e ricco di potenzialità i cui effetti vanno certamente esaminati con attenzione, ma la cosa più importante è che esso sia di grande rilievo cognitivo. L’uso del computer influenza l’approccio ai compiti assegnati, anzitutto costituendo un “compito nel compito” in quanto chi se ne serve deve prima capire il funzionamento e solo in un secondo momento servirsene. Particolari riflessioni sono state fatte sul ruolo dei computer nell’educazione linguistica; infatti, il computer, motivando la scrittura, tramite tastiere e video scritture, aiuta la memorizzazione delle regole e quindi l’apprendimento. Inoltre nei computer, e soprattutto in Internet, è possibile utilizzare l’ipertesto (testo in formato elettronico, utilizzato nel settore informatico contenente una serie di aree attive che rimandano ad altre parti di testo o altri elementi informativi: grafica, suono e video, in modo da consentire una consultazione non sequenziale. Nella “navigazione” sulla rete Internet, selezionando con il mouse un'area attiva, è possibile passare da una pagina all'altra, oppure avviare il prelievo di file)che con percorsi alternativi è possibile “navigare” in modo attivo individualizzato e non rigidamente sequenziale.



Molti studiosi si sono posti il dubbio se i media audiovisivi, come TV e Internet, influiscano positivamente o negativamente sull’educazione dei bambini. Popper propone una regolamentazione della professione del comunicatore di massa sotto il controllo di organismi professionali, dotati del potere di ritirare la patente a chi sbaglia. Non possiamo affermare che i media possano far male, infatti, i piccoli telespettatori, col proprio impegno personale e con l’aiuto dei genitori, degli insegnanti e della società tutta, possono cogliere gli innumerevoli lati positivi da loro proposti. Oggi i mass-media rappresentano una nuova agenzia educativa, che si affianca a quella tradizionale, come la famiglia e la scuola. Scuola e mass-media sono in concorrenza sul terreno dell’educazione; dopo aver stabilito quali siano le finalità educative più adatte alla scuola e quali quelle più adatte ai media, spetta alla scuola il compito di educare ai media, così l’educazione ai mass-media a scuola può compensare un difetto presente nella socializzazione dei media, che, lasciato a se stesso, esporrebbe a rischi. Inoltre lo sviluppo del senso critico accrescerà il controllo delle persone sui media, farà sì che la gente si appropri dei mezzi di comunicazione di massa anziché subirli. In alcuni paesi l’educazione ai media nelle scuole è già in attuazione, in Italia da questo punto di vista siamo in ritardo. L’educazione dei media deve riguardare lo studio dei vari mezzi di comunicazione, sia sul piano tecnologico, sia sul piano semiotico e psicologico, in quanto strumenti cognitivi e come fenomeno storico sociale. Infine si potrebbe affermare che i media educano i bambini, anche se sono necessari un risveglio delle coscienze e lo sviluppo di un senso di responsabilità pedagogica, per non lasciarli soli alle prese con la TV e Internet.