Sito di Giuseppina Soricelli

venerdì 13 gennaio 2012

PEER EDUCATION

 Il termine peer education è visto come un termine “ombrello” sotto cui comprendere tutta una serie di approcci diversi.
Dall’esperienza maturata nei paesi anglosassoni ed americani, la peer education è“un sistema grazie al quale persone di età, status ed esperienza simili possono passarsi reciprocamente informazioni ed imparare l’una dall’altra. Il fatto importante è che non c’è una relazione di potere come quella che c’è tra docente e studente, tra animatore e giovane, tra direttore ed operaio”. In questa accezione, la peer education propone un’alternativa all’idea di autorevolezza ed è inoltre caratterizzata dall’enfasi posta su un tipo di apprendimento che sia contemporaneamente interattivo e partecipativo.
Si fonda sul riconoscimento del passaggio dal periodo dell’infanzia in cui le relazioni più significative sono quelle di tipo verticale, al periodo dell’adolescenza in cui emerge il bisogno di relazioni orizzontali, in cui l’interazione sia caratterizzata da simmetria, eguaglianza, complementarietà, mutuo controllo.
In Italia il dibattito è ancora in corso. Tra le ormai numerose esperienza di peer education spiccano quella di Verbania e quella di Varese. Nel primo caso si tratta di un progetto di peer education avviato per la prima volta nel 1997 e rivolto alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Al termine di questa esperienza gli autori sono giunti alla conclusione che la peer education sia “un modus operandi complesso che supera i confini della prevenzione, coinvolge e arricchisce l’intera comunità, sviluppando la partecipazione e favorendo il cambiamento consapevole e visibile”. L’esperienza di Varese è invece rivolta soprattutto all’empowered dei giovani.
In questo caso l’esperienza di peer education si fonda sulla consapevolezza che “l’adulto possa accompagnare l’adolescente nell’individuazione e nello sviluppo di strumenti e competenze efficaci nella promozione del benessere all’interno dei gruppi ai quali appartiene, a scuola e nel territorio. Il presupposto fondamentale è che il nucleo portante di tali competenze è di per se stesso già presente all’interno dei sistema dei pari”.
Al di là delle distanze tra i diversi modelli, la peer education come strumento di prevenzione sta ottenendo sempre più consensi tanto che nella relazione annuale sulle tossicodipendenze 2003 la peer education viene indicata come strada per la lotta alla droga tra i giovani. Tale documento definisce la peer education come “metodo educativo in base al quale alcuni membri di un gruppo vengono responsabilizzati, formati e reinseriti nel proprio gruppo di appartenenza per realizzare precise attività con i propri coetanei”.
In una prima fase dunque, la peer education riconosce l’importanza e la delicatezza del ruolo svolto dagli adulti, sebbene il rapporto adulto-adolescente venga collocato sul piano dell’interazione e partecipazione attiva e costruttiva. L’adulto ha il compito di lavorare sulle competenze (life skill) dei giovani quale presupposto attraverso cui i ragazzi possano essere protagonisti della vita sociale. Tuttavia, le attività svolte dal peer educator sono un’occasione di discussione per gli adolescenti che mira a valorizzare la condivisione e le potenzialità implicate in un gruppo di pari. Il gruppo dei pari è fondamentale nella socializzazione secondaria; questa espressione non implica un appiattimento ed un’omologazione dei ruoli; esistono differenze su base esperenziale che permettono un passaggio di conoscenze e vissuti che però è orizzontale, tra pari, svolto in un’ottica di cooperazione e solidarietà.
Secondo questa chiave di lettura, la peer education in quanto articola l’incremento delle life skill e la partecipazione alla vita di società può divenire strumento di formazione per una diversa e più intensa cittadinanza.
1. Elementi caratterizzanti la peer education
 - la peer education favorisce la crescita dell’individuo attraverso lo sviluppo del senso critico, della coscienza di sé e della propria generazione;
- nella peer education non si insegna, ma si trasmettono le proprie esperienze/sentimenti
agli altri;
- la peer education è un metodo di apprendimento e approfondimento di contenuti tramite discussione, confronto e scambio di esperienze in virtù di una relazione con i coetanei.
2. Ruolo del peer educator
- essere ben inserito nel gruppo e capace di muoversi come pesce nell’acqua tra i coetanei;
- essere adatto ad acquisire un ruolo di leadership emozionale accettato e riconosciuto dai coetanei;
- essere capace di riportare e presentare i contenuti da dibattere nel gruppo degli adolescenti non come emissari del mondo adulto, ma appunto come pari che hanno maturato delle esperienze da trasmettere.
3. Il gruppo
- dimensione sociale di riferimento e contenitore privilegiato di esperienze significative;
- dimensione tipica dell’adolescenza;
- il gruppo svolge la sua funzione quando i soggetti si sentono affiliati per caratteristiche o  esperienza.

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